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    Maurizio

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    L’evoluzione del doppio long arm
    di La Redazione | Pubblicato giovedì, 29 dicembre, 2016



    Due esche per insidiare prede nobili diverse. Negli anni la tecnologia si è evoluta e anche la pesca è cambiata

    tubertini-tsurf-longarmE’ passata tanta acqua sotto i ponti (e tra le onde) da quando il long arm fece la sua prima apparizione, un tipo di calamento che opportunamente modificato con il passare del tempo è riuscito a risolvere anche le situazioni più difficili. L’abbiamo rivisitato ancora una volta ed eccolo nella sua nuova veste, quella che ci farà pescare in perfetta armonia.

    Nel mondo tutto si evolve, dalla natura all’elettronica, per arrivare ovviamente fino ai pesci, che sembra abbiano imparato veramente a leggere e scrivere! Con il termine pesci, dal latino pisces, s’intende un gruppo eterogeneo di organismi fondamentalmente acquatici, che nelle vecchie tassonomie assurgeva a classe sistematica dei vertebrati. Le specie sono oltre 32.000! La zoologia moderna non riconosce ai pesci il valore di raggruppamento sistematico (categoria tassonomica) ma l’insieme di tratti esteriori evolutivamente convergenti o costanti come l’idrodinamicità, la presenza di pinne, che permettono loro di muoversi nell’elemento fluido con particolare efficacia, e la respirazione prevalentemente branchiale dell’ossigeno disciolto. Pensate che il più antico pesce fossile è lo Haikouichthys, vissuto cinquecento milioni di anni fa, imparentato con la lampreda. Oggi il più grande pesce vivente è lo squalo balena, che può raggiungere i venti metri di lunghezza e pesare fino a trentaquattro tonnellate.







    tubertini-tsurf-longarm3Nella maggior parte delle situazioni che s’incontrano andando a pesca dalla spiaggia nel nostro amato Mediterraneo con mare non troppo mosso, e ovviamente quando non serve il lancio lunghissimo, entra in gioco il doppio finale lungo in modo da presentare al meglio due esche diverse che certamente aprono a ventaglio lo spettro delle possibili catture. L’ottima idea del doppio long arm è nata sicuramente quando alcuni pescatori, trovandosi in una spiaggia sconosciuta e non sapendo su quali pesci mirare, hanno iniziato a pescare con un calamento generico, da usare innescando esche varie e dedicato alla cattura di prede nobili. In tal caso, specialmente in presenza di mare calmo o poco mosso era ovvio che il finale (singolo o doppio) dovesse essere abbastanza lungo in modo da ingannare adeguatamente tutte le possibili prede, magari anche con l’ausilio di un piccolo flotter inserito nel finale superiore.







    tubertini-tsurf-longarm4In passato questo calamento, come del resto anche tutti gli altri, era realizzato in maniera molto grezza con fili e ami che ai nostri occhi potrebbero sembrare enormi, coadiuvati da dei divergenti pesanti e grossolani che in realtà servivano solo a presentarlo nel modo peggiore, e poi, di lungo aveva solo il nome anche in considerazione del fatto che allora i pesci erano molto meno sospettosi di oggi, come ci confermano i pescatori di vecchia data. Con questo non vogliamo assolutamente dire che dai nostri vecchi non ci sia più niente da imparare e anzi, al contrario affermiamo che c’è sempre qualcosa da imparare! Il fatto certo, che non è neppure opinabile, è soltanto quello dell’evoluzione dei materiali. Oggi ci troviamo al cospetto di un grande rinnovamento e assistiamo giorno dopo giorno ad una presentazione continuativa di nuove tecnologie, che come sempre è consigliato e auspicabile prenderne atto.
     
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