Pesca al Polpo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maurizio

    Group
    Administrator
    Posts
    2,413

    Status
    Offline
    Visto che parecchi si stanno cimentando in questo periodo alla " Alla pesca al Polpo " iniziamo a dare qualche qualche informazione utile su questa pesca.
    Intanto diciamo che le poste migliori sul nostro litorale è il tratto che va dal Castello Odescalchi fino alla Torretta di Ladispoli e leggiamo un po di informazioni su come pescare e l'attrezzatura che ci vuole.

    PESCA AL POLPO DALLA COSTA E DALLA BARCA

    Il Polpo (Octopus vulgaris) è un mollusco appartenete alla classe dei Cefalopodi ed il corpo forma un sacco rotondengiante, alla base del quale sporge il capo, al cui centro si apre la bocca. Dalla testa si allargano 8 tentacoli, ricoperti di una doppia fila di ventose discoidali, che servono all’animale per fare presa sul fondo e per muoversi su di esso. I tentacoli, insieme all’incredibile mimetismo, sono le armi di difesa del polpo, che oltre all’uomo, deve anche difendersi da diversi altri predoni marini, cernie, murene e gronghi in testa.
    Il polpo vive da pochi centimetri d’acqua fino a qualche decina di metri di profondità ed è una preda molto ambita per la prelibatezza delle sue carni e per la facilità con cui è possibile incontrarlo. Per i pescatori subacquei è una preda “di ripiego”, risultato di una visita in tana che non offriva niente di meglio ma, spesso, molti sub dedicano ad esso battute apposite non tanto per questioni sportive ma esclusivamente culinarie.
    Il suo regno sono le scogliere sommerse, specialmente dove la roccia si mescola alle alghe e alla sabbia, ma non disdegna nemmeno le distese fangole, le dighe frangiflutti, l’interno dei porti, senza comunque addentrarsi più di tanto.
    In questo articolo affronteremo invece le tecniche per la cattura del polpo dalla superficie, sia da terra che con l’ausilio di un’imbarcazione, sicuramente una delle tecniche più antiche e tradizionali della pesca. Specialmente al sud, questa pesca è ancor oggi diffusissima e non è raro vedere decina di piccole imbarcazioni sottocosta intente a praticare questa tecnica.


    PESCA AL POLPO DALLA DALLA BARCA

    Per pescare il polpo può essere impiegata una qualsiasi imbarcazione, sia a remi che a motore, che permetta di allontanarsi qualche decina di metri dalla riva e che sia sufficientemente stabile per permettere la pesca anche con il mare non perfettamente calmo.
    Infatti questa tecnica va praticata su fondali compresi tra i 5 ai 15 metri, dove il polpo è maggiormente presente e permette di recuperare il polpo senza rischi, cosa che sarebbe più difficile a profondità maggiori.
    Per la pesca viene utilizzata una lenza a mano, costituita da una cinquantina di metri di cordino di due tre millimetri di spessore, avvolta sulla classica barretta di sughero, con un terminale lungo circa 1,5 metri di monofilo dello 0,50. Alla fine del terminale viene legato un piombo da 30 – 50 grammi colorato di bianco.A circa 10 centimetri, mediante un’asola, legheremo l’esca o le esche, costituite dalla classicissima zampa di gallina, da un granchio arancione noto col nome di Granchio Favollo (Eriphia Verrucosa), detto anche “pelosa”, oppure da un piccolo grongo.

    Per aumentare ancora l’effetto attirante dell’innesco, legheremo insieme alle esche un pezzo di stoffa bianca. Una volta approntata la montatura, la caleremo in acqua fino a toccare il fondo, lasciandoci scarrocciare dalla corrente, tenendo il cordino tra l’indice e il pollice, pronti a percepire ogni minima variazione di peso.

    Questa specie di traina, ci permetterà di sondare ampi tratti di mare alla ricerca del nostro polpo che, una volta avvistata l’esca gli si avvolgerà addosso per mangiarla, trasmettendo un aumento di peso sul trave, seguito da piccoli strappi, risultato del tentativo del polpo di rimanere attaccato sul fondo. Aspettiamo una manciata di secondi ed iniziamo a recuperare il nostro attrezzo, con calma e senza strappi, in modo da non allarmare il polpo che altrimenti mollerebbe la presa.

    Finalmente Una volta sottobordo, bisogna cercare di tenere lontano il polpo dalla barca, altrimenti lo invoglieremmo ad attaccarsi ad essa per mangiare in santa pace; se ciò si verificasse, difficilmente riusciremo a staccarlo dalla barca senza perderlo.

    Una volta vicino alla superficie, bisogna essere pronti a volarlo in barca, oppure se di dimensioni più grosse, in un guadino a bocca larga in attesa, sempre sotto il pelo dell’acqua. Infatti se il polpo rimane qualche secondo in più in superficie, si rischia che molli tutto, ritornandosene sul fondo in pochi secondi. In barca il polpo mollerà subito la presa, spargendo acqua ed inchiostro, cercando una via di fuga. Potremo metterlo in un secchio capiente e ritornare a calare nuovamente l’attrezzo.


    PESCA AL POLPO DA TERRA

    Con lo stesso principio è possibile praticare questa tecnica anche dalle coste rocciose basse e dalle dighe frangiflutti, poste a protezione dei porti. La lenza a mano sarà sostituita da un attrezzo diverso, formato da una canna che potrà essere una vecchia bolognese senza cimino, un pezzo di bambù oppure una canna da punta senza le ultime due sezioni che avrà il compito di poter pescare distanti qualche metro dagli scogli.

    Qualunque sia l’attrezzo scelto, dovrà essere munito almeno di un anello in punta, in cui faremo passare il nostro cordino, lungo questa volta una quindicina di metri, che terremo avvolto con la mano che tiene la canna.

    Il terminale è lo stesso impiegato per la pesca dalla barca, così come le esche, dando una preferenza maggiore al granchio, che il polpo và a ricercare proprio in prossimità della costa. L’azione di pesca consiste nel lanciare le esche a qualche metro di distanza e recuperando poco alla volta, cercando di percepire la trattenuta del polpo che attacca l’esca.

    InE fondamentale cercare di non far incagliare il piombo agli scogli del fondale, per non pregiudicare la cattura. A questo punto ci vuole più attenzione che con la barca; il polpo cerca di trascinare l’esca nella tana per poterlo gustare con calma mentre noi cercheremo di trascinarlo verso riva.

    Questo tira e molla deve essere accorto, cercando di tirare piano fino a portare il polpo in acqua libera, vicino a noi. Un colpo di guadino, metterà fine alla lotta a vantaggio del pescatore. Va detto che mentre dalla barca la maggior parte delle volte sarà il pescatore ad avere la meglio, da terra le cose di solito vanno a vantaggio del polpo.

    Per aumentare tali possibilità, possiamo munire il terminale di una corona di ami, chiamata appunto “polpara” in modo che quando il polpo si attacca all’esca ne rimanga allamato e quindi non possa più scappare. Le ore della giornata più adatte a questa tecnica sono le ore del primo mattino o del tramonto, quando i polpi sono più attivi. Per quanto riguarda le stagioni, il polpo si cattura durante tutto l’arco dell’anno, con una maggior frequenza di grossi esemplari nei mesi autunnali ed invernali.

    Non potevano mancare i consigli utili del grande e mitico Marco Volpi


    Video

    Edited by sampei2000 - 20/12/2015, 07:15
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    22

    Status
    Offline
    Allora ragazzi di seguito fornirò alcuni dettagli sulla pesca ai polpi da me praticata, premetto che sono un novellino ed in ogni battuta di pesca cerco di studiare gli altri pescatori per migliorare la mia tecnica.

    SPOT: le zone che frequento sono 2, la prima è il tratto di mare avanti il castello di Palo Laziale su un fondale che va dai 3 ai 15 metri di profondità, la seconda è il tratto di mare avanti Torre Flavia. Non avrete problemi ad individuare la zona in quanto troverete sempre tante imbarcazioni a pesca di polpi, anche molti kayak a pedali.

    MONTATURA: io pesco con la lenza a mano e uso come esca la zampa di gallina ma qualcuno usa anche il gronchetto morto, a seconda di quale è più catturante in quella giornata.
    In queste zone purtroppo i pescatori un sono sempre propensi ad elargire consigli ma ho conosciuto un signore di Torre del Greco che mi ha aiutato molto sia sulla montatura che sull’azione di pesca.
    Tornando alla montatura io ne utilizzo di 2 tipi:
    - la prima è costituita da un cordino bianco di 3/5 mm alla cui all’estremità lego un piombo fai da te di 250/300 gr., uso delle barre d’acciaio della forma di un evidenziatore per capirci ( così è più difficile che il piombo si incagli sul fondale roccioso) a circa 15/20 cm sopra il piombo lego la zampa di gallina con un nodo parlato (così al termine della battuta di pesca posso rimuovere agevolmente la zampa e successivamente lavarla e ricongelarla), sopra la zampa a circa 15/20 cm lego delle striscioline di busta di plastica bianca che hanno la funzione di incuriosire ed attirate il polpo (qualcuno usa anche dei pezzi di specchio), ancora più sopra posiziono una bella girella per evitare che il terminale si aggrovigli su se stesso;
    - la seconda montatura prevede un piombo legato con una girella all’estremità del cordino, a 15/20 cm sopra si posizionano le striscioline di plastica attiranti, all’anello superiore della girella del piombo con un’altra girella si lega uno spezzone di cordino lungo circa 40 cm alla cui estremità va legata la zampa di gallina.

    AZIONE DI PESCA: caliamo la lenza fino a toccare il fondo tenendola tra l’indice ed il pollice e mentre la corrente ci scarroccia dobbiamo ripetutamente alzare ed abbassare la lenza, sentendo il piombo toccare il fondale, il polpo attirato dall’esca e dalla plastica bianca di avvinghierà sulla zampa carnosa della gallina, a questo punto sentiremo il cordino più pesante e lentamente senza strappi inizieremo a recuperare la lenza, prima che il polpo affiori sull’acqua lo cattureremo con il guadino….. ed il gioco è fatto. Ora o mettiamo il polpo in un secchio con il coperchio o lo uccidiamo con un taglio sotto gli occhi o girandogli la testa.

    CONSIGLI: se lo scarroccio è troppo veloce dobbiamo usare un’ancora galleggiante altrimenti il polpo non avrà il tempo di agguantare l’esca trascinata via dalla corrente, se invece lo scarroccio è inesistente o usiamo i remi o il motore ausiliario per far spostare l’esca sul fondale.

    ALLORA SIETE PRONTI????
     
    Top
    .
  3. Seppione
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Buongiorno Luca....e intanto grazie per l'interessante post!
    Per il resto, mi sembra proprio che a breve non se ne parli di poter fare un'uscita: il tempo è in peggioramento ancora una volta.... :(
     
    Top
    .
  4. daniele1982
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Complimenti per la bella pescata
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maurizio

    Group
    Administrator
    Posts
    2,413

    Status
    Offline
    Grande Luca e complimenti per il Report, con parecchi dettagli .....e complimenti per la pescata .... sono arrivati bei Fraolini .... e usciamooooooo .....
     
    Top
    .
  6. Yuri Go
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie Luca !!! Molto interessante!
    Volevo solo aggiungere quanto sentito da Un mio vecchio amico :
    I polpi sono ghiotti di sarda e la metteva (1) al posto delle striscioline di plastica con sopra uno straccetto bianco.
    Ciao a tutti !
     
    Top
    .
5 replies since 20/12/2015, 06:43   646 views
  Share  
.